Luoghi di interesse

Grotta del Lauro, il viaggio nelle profondità delle rocce

La natura non smette mai di incantare gli occhi di chi la guarda, e in Sicilia questo accade ovunque lo sguardo riesca a posare.
Un luogo di straordinaria bellezza si trova nel territorio di Alcara Li Fusi, comune della città metropolitana di Messina. Stiamo parlando della Grotta del Lauro, un sito naturale di grande fascino e attrazione, all’interno dell’area protetta del Parco dei Nebrodi.

Qui, ad offrire esempi di sconfinata bellezza sono le Rocche del Crasto, una grande formazione rocciosa dell’era mesozoica. Rocce cristalline e calcaree, di diverse sfumature, caratterizzano un territorio impreziosito da diverse varietà di fiori, piante e specie animali, soprattutto rapaci.
Proprio da un versante delle Rocche del Crasto si apre la Grotta del Lauro, apprezzata per la ricca presenza di stalattiti e stalagmiti.
Questa interessante cavità si addentra nella roccia viva del Crasto e regala visioni magiche e suggestive, che è possibile vivere partecipando alle escursioni organizzate in alcuni periodi dell’anno.

Lungo il cammino che porta alla Grotta del Lauro…

Chi sceglie di avventurarsi nel cammino che porta alla grotta noterà innanzitutto le caratteristiche predominanti del terreno. La sua asprezza ed elevata pietrosità. Molte delle piante presenti hanno difatti la capacità di vivere in ambienti aridi.


Di contro, è possibile apprezzare anche la presenza di piante alimurgiche (edibili), come la piantaggine seghettata, la piantaggine lanceolata e la costolina, volgarmente detta “coscia di vecchia”. Sono piante spontanee e commestibili, da consumare in insalata o bollite e ripassate in padella. Non manca il cardo, ottimo passato in pastella e fritto, la nepetella, con cui preparare ottimi piatti e liquori, o da usare per alleviare i fastidi delle punture di insetti, la borragine.

Proseguendo la camminata e alzando lo sguardo si rimane certamente colpiti dalla parete a strapiombo della Rocca Calanna, il regno nel quale l’Aquila reale ha deciso di nidificare. Le faglie e le pareti verticali, di colore bianco-grigiastro, sono di una straordinaria e imponente bellezza.
Mancano ancora delle ripide salite per arrivare alla meta.

Il cammino, reso un po’ difficile dalla presenza di massi, pietre e piccole insidie, giunge alla Grotta del Lauro a quota 1.068 m, e un ingresso imponente segna l’inizio di un momento emozionante.

All’interno della grotta

La prima “figura” che si può ammirare è quella del Guardiano.
Ha le sembianze di un volto umano, e sembra volgere lo sguardo verso il centro della grotta; ecco il perché del suo nome.
Non è facile abituarsi subito all’oscurità. Il percorso all’interno della grotta inizia da un ambiente umido e buio, ma scendendo, muniti di caschetto e torcia, ad attendere la curiosità dei visitatori è la prima caverna. La sua volta, alta circa 15 m, è già ricca di stalattiti.

Al centro due grandi stalagmiti, detti “i gemelli”, la colonna principale alta circa 9 m, una suggestiva e grande stalattite in alto, soprannominata “il lampadario”.
Scendendo ancora in profondità si notano stalagmiti, colonne e concrezioni (incrostazioni di minerali).
La seconda caverna porta a cunicoli sotterranei da cui si accede in altre stanze. Un visitatore attento potrà notare in alcuni punti, sotto i propri piedi, la presenza di resti di vasellame e frammenti di ossa. Presumibilmente derivanti dall’abitudine di seppellire, in quei luoghi, i corpi di alcuni abitanti degli antichissimi insediamenti sulle Rocche del Crasto, in epoche ben lontane.

A creare costantemente la bellezza naturale di questi luoghi è l’azione dell’acqua. Il suo passaggio all’interno della grotta, percorrendo in discesa oltre 200 metri dalla sommità delle grotte del Castro, attraverso le cavità rocciose, è ben visibile. Come lo è il lavoro incessante che ha portato alla formazione di stalattiti e stalagmiti dall’aspetto bizzarro e attraente. Guardando questo spettacolo si perde il senso del tempo e si entra in una dimensione ignota e misteriosa.

Passando attraverso la “stanza dei pipistrelli” si può osservare come l’acqua, combinata con il fango, sia riuscita a creare caratteristici “disegni” simili ad un manto di leopardo.

Le sorprese però non finiscono, manca la stanza “del quarzo”, sulle cui pareti la deposizione di cristalli di calcite ha formato concrezioni mammellonari di grande fascino. Quando sono bagnati, i cristalli riescono a brillare regalando riflessi unici.

L’avventura attraverso la Grotta del Lauro si conclude, ma nessuno potrà dimenticare la bellezza assaporata al suo interno. La magia del lento accumularsi del carbonato di calcio, goccia dopo goccia, nel corso dei millenni.

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